Se ve la raccontassero, forse non ci credereste. Il Belgio vince EuroBasket Women 2025 nel modo più impensabile possibile, ripetendosi a due anni dal successo di Lubiana contro la stessa avversaria. La Spagna si infrange per il terzo torneo consecutivo contro la stessa avversaria, contando anche il quarto di finale olimpico di Parigi 2024, ma questa volta lo fa dopo aver avuto in mano la vittoria fino a pochissimi istanti dal termine. Le Belgian Cats sono ancora una volta dalla parte giusta della storia, completando una rimonta memorabile per prendersi un successo che è un premio a un gruppo cresciuto insieme intorno alla figura di Emma Meesseman, che aggiunge un altro tassello alla sua legacy. Dall’altra parte invece, le sconfitte si dovranno confrontare con il lato più crudele e ineffabile di questo sport, con una sensazione amarissima in coda a un Europeo che doveva essere di transizione, ma che invece conferma la quantità e la qualità del ricambio generazionale in atto. L’Europeo di Atene va in archivio con un’ultima fortissima scarica emotiva, in coda a un torneo che ha regalato tantissimi spunti e protagoniste non solo in chiave italiana.
Dopo essere stata dimessa dall’ospedale nella giornata di ieri, Iyana Martín torna nelle dodici per stare vicina alle compagne, che dal giorno del suo ricovero hanno una motivazione extra per andare fino in fondo. Al suo posto in quintetto c’è ancora Pueyo insieme a Ortiz, Torrens, Fam e Carrera, per la prima volta tra le cinque di partenza in questo Eurobasket. Dall’altra parte, il solito Allemand-Vanloo-Delaere-Meesseman-Linskens da recitare a memoria.
Il Belgio ci mette un paio di minuti a sbloccarsi contro una difesa molto preparata, riuscendoci grazie a un paio di recuperi e di combinazioni in velocità tra Allemand e Meesseman. All’MVP uscente risponde la debuttante classe 2006: Awa Fam realizza 7 dei primi 9 punti della sua squadra alla prima finale europea da senior. Pueyo e Carrera chiudono un ottimo primo quarto della squadra di Méndez, avanti 19-18.
Mike Thibault sceglie di affidarsi per un paio di minuti al secondo quintetto, che risponde presente e trova un bel canestro in penatrazione di Elise Ramette, ai suoi primi due punti nella fase a eliminazione diretta. Dall’altra parte invece la rotazione non si ferma e tutte riescono a dare lo stesso grande contributo. La protagonista questa volta è Paula Ginzo, che segna nove punti in cinque minuti, aprendo e chiudendo un parziale che porta la Spagna a +8. All’intervallo le campionesse in carica sono sotto 37-31, in uno scenario molto simile a quello della finale di Lubiana.
Allemand e Linskens guidano le Belgian Cats fuori dal momento più difficile e iniziano alla grande anche il terzo periodo, orchestrate come sempre da Meesseman. Il sorpasso arriva dopo cinque minuti con la prima tripla di Vanloo, che era 0/8 dal campo fino a quel momento. Un canestro in tuffo e un rimbalzo in attacco della solita Elena Buenavida sono la scarica di adrenalina che rianima una Spagna che inevitabilmente ha perso un po’ di intensità, ma ritrova il +3 in chiusura di quarto con un altro piazzato di Ginzo.
La stessa Buenavida esce per infortunio dopo un paio di minuti, ma Aina Ayuso ne raccoglie il testimone con una tripla fondamentale. Il successivo recupero e appoggio di Pueyo vale un +8 pesantissimo, in una fase in cui attaccare diventa infinitamente più complicato. Dopo un paio di incompresioni che portano a palle perse, il Belgio si ritrova spalle al muro e sotto in doppia cifra con cinque minuti da giocare. Un’altra penetrazione di Pueyo vale il massimo vantaggio sul +12, ma Linskens risponde con la tripla frontale. Non è un segnale di resa, ma l’inizio di tre minuti difficilmente spiegabili. Le campionesse in carica mettono qualcosa in più in difesa, mentre per la Spagna l’ultimo chilometro diventa ripido come il Mur de Huy. Dopo una tripla di Allemand c’è un solo possesso di distanza con novanta secondi da giocare, mentre dall’altra parte non ci sono più idee per provare a chiudere per la seconda volta una partita già vinto. Dopo l’errore di Ayuso, Allemand sceglie i due veloci per il 65-64 a 18″ dal termine. Le spagnole riescono a passare la metà campo scappando dal tentativo di fallo sistematico, ma nella frenesia Mariona Ortiz lascia lì un passaggio senza destinaria, su cui si avventa per prima Antonia Delaere, ancora una volta la donna del destino. Dopo la tripla dall’angolo per sorpassare l’Italia in semifinale, arriva l’appoggio in contropiede che completa una rimonta a cui non credereste mai se ve la raccontassero. Carrera commette infrazione di passi nel disperato tentativo di trovare un ultimo tiro, e dopo il timeout non resta che rimettere il pallone nelle mani di Vanloo, che con 0.8 da giocare sbaglia volutamente il secondo tiro libero e non lascia possibilità di replica. Il Belgio vince 67-65 ed è campione d’Europa per la seconda volta consecutiva.
Emma Meesseman è ancora una volta l’MVP del torneo e della finale, sempre più titolata e sempre più il simbolo della golden generation belga e di un’epoca ricca di talento in tutta Europa. Le sue cifre in finale sono 16 punti, 11 rimbalzi, 7 assist e 5 recuperi, a cui si aggiungono i 19 di Allemand e i 17 di Linskens. Per la Spagna quattro giocatrici in doppia cifra, con Pueyo, Ayuso e Ginzo tutte a quota 11. Nel quintetto ideale del torneo ci sono anche Allemand, Torrens, Carrera e Cecilia Zandalasini, l’unica non finalista inserita nel dream team.
(Foto in evidenza: FIBA)