L’impresa dell’Italbasket rosa nel quasi totale disinteresse della stampa

L’Italbasket al femminile, più o meno ventiquattr’ore or sono, conquistava una meravigliosa, quanto forse inaspettata, medaglia di bronzo agli europei. Medaglia che mancava da trent’anni per il movimento in rosa ed in generale da ventuno, quando la truppa maschile di coach Recalcati si aggiudicò la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene 2004. Grecia forse come segno di un destino non casuale.

Eppure, all’indomani di questo fantastico risultato ottenuto dalle ragazze di coach Capobianco, la stampa sportiva italiana ha pensato bene di ignorare quasi totalmente l’evento, relegandolo nella migliore delle ipotesi in un angolino sperduto in prima pagina, in favore di ennesime voci di qualche movimento di secondo, se non di terzo piano, di calciomercato. 

E allora la prima domanda che ci si pone è quale possa essere il problema di questo paese in ambito sportivo, in quanto parlare di sconcertante, e per certi versi vergognosa, mancanza di cultura in questo determinato settore risulta più che riduttivo. Così come sarebbe quasi inutile sottolineare per l’ennesima volta la vocazione “calcio centrica” dell’informazione sportiva di questa nazione, dimenticando che “lo sport di stato” ha fallito per ben due volte consecutive la qualificazione ai mondiali e rischia di fare un clamoroso tris (con l’Europeo vinto nel 2020 in casa pura ed autentica casualità), oltre ai pessimi risultati delle squadre di club nelle competizioni europee e ad un livello del campionato di Serie A sempre più mediocre.

Eppure, nonostante tutto e nonostante questo grandissimo risultato della nazionale in rosa, i principali media sportivi italiani pensano sempre bene di propinarci qualsiasi spiffero sulla pedata italica.

Ma tornando alle nostre ragazze e più in generale alla pallacanestro femminile in Italia: questa straordinaria medaglia di bronzo deve rappresentare solamente il punto di partenza per il rilancio di questo movimento, da anni in crisi nerissima e ben lontana dal risolverla. Basti pensare al crescente numero di società che soprattutto in Serie A2 rinuncia alla partecipazione per via dei costi sempre più alti e di ritorni praticamente nulli, anche e soprattutto per scarsa visibilità, oltre che ad un numero sempre molto basso di tesserate.

Che sia l’occasione per la Fip di lavorare concretamente e fattivamente al rilancio del basket in rosa, di prendere seriamente in mano la situazione ed attuare quelle politiche volte in primis alla pubblicità ed alla diffusione di questo sport tra le ragazzine più giovani con tutti i mezzi possibili a disposizione, e sono tanti.

E che, soprattutto, non sia un pretesto per nascondere per l’ennesima volta tutti questi grandi problemi con dichiarazioni tipo “il movimento è sano”, perché no, non lo è affatto.

Ed infine, un appello a noi, sia di “Passo e tiro” che di altri colleghi temerari di altre testate di settore che giornalmente si battono per pubblicizzare e diffondere il basket in rosa in Italia. Almeno noi tutti continuiamo a martellare forte in questa roccia, anche se appare alquanto complicata da scalfire. Ma prima o poi la roccia, a furia di insistere, si romperà!

Ed ancora grazie a Jasmine, Francesca Pasa e Pan, Costanza, Cecilia, Lorela, Sara, Mariella, Martina, Olbis, Laura e Stefania (con Matilde Villa e Carlotta Zanardi, le prime due che vengono in mente al sottoscritto, pronte in rampa di lancio) per questa meravigliosa impresa!

Davide Di Sante

IG: davidedisante86 | FB: Davide Di Sante

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