Dopo i due titoli consecutivi nel 2022 e nel 2023, la dinastia delle Las Vegas Aces sembrava essere a un punto di stagnazione. A’ja Wilson ha continuato a fare cose sensazionali e ha portato a casa altri due titoli di MVP della stagione regolare, ma la struttura complessiva era rimasta un passo indietro rispetto a quelle di New York Liberty e Minneosta Lynx, protagoniste di una serie tiratissima e spettacolare nelle WNBA Finals 2024, vinte dalle Liberty in gara 5 dopo un overtime. La stagione negativa della squadra di Sandy Brondello (nel frattempo non confermata come head coach) e gli infortuni in casa Lynx nella serie di semifinale hanno portato all’eliminazione anticipata delle due grande favorite, entrambe per mano delle Phoenix Mercury. La franchigia dell’Arizona si trova però sotto 2-0 dopo le due gare a Las Vegas, con la necessità di vincere almeno una volta in casa per tenere in vita una serie che sembra andare verso una chiara direzione.
Las Vegas aveva chiuso la stagione regolare al secondo posto, grazie a una striscia di sedici vittorie consecutive. I playoff però sono stati tutt’altro che semplici, con due elimination game superati in partite tirate fino alla fine, al primo turno contro le Seattle Storm e in semifinale con delle incerottate Indiana Fever. Mentre la lega è in subbuglio più per quello che sta succedendo negli uffici, dopo le dichiarazioni di Napheesa Collier, che ha accusato duramente la Commissioner Cathy Engelbert e causato una frattura forse insanabile nelle trattative per il nuovo CBA, la squadra di Becky Hammon sta prendendo il comando delle operazioni sul campo. La serie è più che mai lunga, visto che si tratta della prima di sempre al meglio delle sette gare, ma ha già dato spunti molto interessanti.
L’MVP e la superstar nascosta (in piena vista)
Come detto, avere della propria parte la migliore giocatrice del mondo è sempre un vantaggio non indifferente. Anche quando la squadra non gira alla perfezione, A’ja Wilson riesce sempre a creare o ad allargare un vantaggio, che sia tecnico o fisico. Nei primi due episodi della serie sta viaggiando a 24.5 punti e 12 rimbalzi di media, con oltre il 50% al tiro e anche 4 assist, segno di come sta riuscendo a leggere quello che la difesa di Phoenix concede. Wilson non è però l’unica giocatrice in campo in grado di vincere una partita di WNBA Finals praticamente da sola, come ampiamente dimostrato in gara 2 da Jackie Young. La prima scelta assoluta del draft 2019 ha stabilito il nuovo record all-time di punti realizzati in un singolo quarto alle finali, segnandone 21 nel terzo periodo. Tra le superstar è forse la più sottovalutata della lega, in parte oscurata dalla compagna più titolata, ma mai come alle Finals la complessità si può ridurre a un’affermazione molto semplice: il talento fa la differenza.
Point Gawd
Lo scorso anno ha giocato poco più di trenta partite, frenata da problemi fisici, probabilmente la causa principale del 2024 sotto le aspettative delle campionesse in carica. Quando Chelsea Gray è in campo, in condizione e a pieno regime, la vita per le sue compagne diventa molto più semplice. Gara 2 è stata un’esibizione delle qualità di una delle migliori passatrici delle storia del gioco, che ha chiuso in doppia cifra di assist in entrambe le partite. Forse ancora più impattante il suo eccellente lavoro nella metà campo difensiva, anche su Alyssa Thomas.
Il contributo della second unit
Las Vegas non è mai stata una squadra particolarmente lunga negli ultimi anni, e anzi spesso ha peccato proprio nelle scelte in sede di draft e di free agency per costruire una second unit credibile. Di fronte ha forse l’unica contender con una panchina ancora più corta, visto che in questi playoff Nate Tibbets sta ruotando solamente otto giocatrici, con le sole Sami Whitcomb e Dewanna Bonner in grado di alzare il livello partendo fuori dallo starting five. In gara 1 è stata decisiva Dana Evans, autrice di 21 punti e tre triple decisive nell’ultimo quarto, ma anche Jewell Loyd (18 punti in gara 1) sta offrendo un grande rendimento dopo una stagione non esaltante, anche dal lato difensivo e come tagliante. Emblematico il caso di Kiah Stokes, in campo solo negli 13″ di gara 1 per una difesa da manuale prima su Satou Sabally, poi cambiando su Thomas e infine difendendo sulla palla contro Kahleah Copper, miglior realizzatrice di Phoenix in entrambe le partite.
Le Mercury hanno le risorse per riaprire questa serie, per talento, esperienza da titolo delle sue giocatrici principali e per la capacità di AT di creare sempre un vantaggio, anche quando la difesa ha trovato il modo di adattarsi sul pick n’roll. Niente è ancora deciso, ma in questo momento Las Vegas sembra aver trovato la chiave per collocare tutti i pezzi al posto giusto al momento giusto. Appuntamento quantomeno a giovedì notte per gara 3 e a sabato notte per gara 4, poi si vedrà.
(Foto in evidenza: WNBA)