Milano, 09 giugno 2025 – Cosa si può dire di questa gara#4 non sia già stato detto?
Quando un fenomeno e 11 colleghi incontrano una squadra, normalmente il risultato è abbastanza scritto, ed infatti mai come sabato sera Mirotic ha rappresentato l’epitome del losing effort lasciato solo dai compagni nel combattere contro una Virtus che sarà scalcagnata, ma che ancora una volta ha dato dimostrazione di cosa voglia dire essere una squadra.
L’Olimpia aveva anche iniziato bene la partita, sorretta dalle percentuali da fuori, ed aiutata da una Segafredo abbastanza scellerata nel gestire il ritmo della gara, arrivando anche al +12 ad inizio secondo quarto, ma appena coach Ivanovic è riuscito a far capire ai suoi giocatori che impostare una partita sul corri e tira, al Forum, contro l’ Armani, sarebbe stato un suicidio, la contesa è completamente cambiata.
A fine secondo parziale Bologna era già tornata a -2 e ad inizio terzo quarto firmava il primo sorpasso, per poi giocare il match voleva, rendendo sempre più pesante ogni pallone giocato da Milano che a parte qualche fiammata faceva un fatica immane a trovare una giocata pulita e che il solo, immenso Mirotic riusciva a tenere a contatto.
Abbiamo parlato, giustamente, del n°33 biancorosso, ma non si può non parlare dell’ MVP della partita, quel Toko Shengelia che, partito dalla panchina, a fine gara avrà anch’esso 35 di valutazione, con 25 punti e 10 rimbalzi, ma la differenza fra lo sforzo di questi due campioni è che mentre il primo ha dovuto attingere a piene mani a tutto il suo repertorio, lasciato al Nikola facce ride, il n° 21 bianconero è stato coadiuvato da tutta la squadra, che ha cercato in ogni maniera di metterlo nelle condizioni di sfruttare la sua fisicità ed il suo dinamismo, giocando, appunto, di squadra.
Come in tutta questa stagione sono emersi i problemi di personalità di una Armani che ogni volta che si è trovata a giocare una gara decisiva ha sempre trovato il modo e la maniera per fallirla.
Con un Leday sicuramente cotto, ma che in Italia non ha mai dato l’impressione di essere un cuor di leone, con Shields che sente paurosamente la mancanza di un playmaker in grado di gestire i ritmi ed i possessi e una banda di italiani che non ha certezze,(a tal proposito un dato dovrebbe far riflettere la dirigenza Olimpia: nella serie gli italiani in biancorosso hanno giocato 250 minuti totali, contro i 400 degli avversari) una domanda sorge spontanea: non è che sia stata sottovalutata, in chiave scudetto, la partenza di Melli?
Ora la dirigenza milanese che oggi ha ufficializzato l’arrivo di Daniele Baiesi e l’addio a Gianmaria Vacirca, pare aver già piazzato un colpaccio come Guduric, e sembra essere in dirittura per Milutinov, due protagonisti delle ultime Final 4, ma io ho una domanda che mi frulla nella testa: vista la portata economica degli investimenti, non valeva la pena pensare a fare una pazzia, contattando quel Mizic, rientrato dalla NBA che avrebbe potuto rappresentare quel vero cambio di passo in un ruolo che da tre stagioni crea problemi a Milano? Ai posteri l’ardua sentenza.
Che dire della Virtus? Data per morta in più occasioni, senza due pedine importanti come Clyburn e Polonara è venuta a vincere al Forum per due volte consecutive, sfruttando la resurrezione di Cordinier, la ritrovata energia di uno Shengelia monumentale, e la presenza di Brandon Taylor, che non è sicuramente un crack, ma è il giocatore che mancava da anni a questa squadra. A tutto questo aggiungiamo la presenza fisica morale e combattiva di un Daniel Hackett che sembra aver ritrovato una forma fisica accettabile e che è sempre il solito capo branco. Tutto questo con un Pajola sotto tono e senza dimenticare i due lunghi Diouff e Akele, che hanno messo un’energia mostruosa in ogni zona del campo.
La Segafredo ora è chiamata alla finale, contro una Germani Brescia che vola sulle ali dell’entusiasmo e che Bologna non dovrà sicuramente sottovalutare, ma che la vede partire con i favori del pronostico, basta che non faccia l’errore fatto ad inizio di questa gara#4, aumentando troppo il ritmo del proprio attacco.
Se la pericolosità dei piccoli bianco blu non so se potrà permettere, al contrario della serie contro Milano, grossi impieghi da parte di capitan Belinelli, la presenza di un centro non certo dinamicissimo come Miro Bilan potrebbe concedere qualche minuto in più ad Ante Zizic, mentre il rientro di Clyburn potrebbe essere importantissimo per opporsi a Burnell quando la Germani andrà con i 4 piccoli.
Questa quinta finale consecutiva sembra essere un sorta di Last Dance per il gruppo bolognese: con Cordinier sul piede di partenza, Belinelli che non ha ancora annunciato le sue intenzioni, Hackett con un anno in più sul groppone, e la dirigenza felsinea che, nonostante la licenza triennale di Eurolega, ha annunciato una sostanziosa spending review. Non ho citato volutamente Shengelia fra i partenti, perché il Dott. Zanetti, che ringraziamo, ha affermato di aver fatto un’offerta al campione gerogiano, e la speranza di tutta la Bologna bianconera, e del sottoscritto, che è un inguaribile romantico, è che Toko, nella valutazione delle offerte, consideri l’aspetto famigliare e, scusatemi, vederlo andare in una società come il Barcellona che ha montagne di debiti, alla quale è permesso violare, nel calcio e nella pallacanestro, qualunque minima regola di buona gestione, mi mette di pessimo umore.
LE PAGELLE

2- Niccolò Mannion 4: ennesima partita scialba, non incisiva, molle in difesa, senza idee in attacco. Se anziché ascoltare solo mamma Giada desse ascolto ai coach ed ai compagni che lo hanno affiancato in questi anni forse potrebbe fare un passetto in avanti. Ah, mai provocare chi ha vinto scudetti ed euroleghe, non porta benissimo.
5- Fabien Causeur 4: bastano tre minuti a convincere Messina di lasciarlo a sedere per il resto della gara.
7- Stefano Tonut 5,5: raddoppia il minutaggio di gara3, ma sembra sempre giocare sulle uova, con la paura di sbagliare.
10- Leandro Bolmaro 5,5: prova a fare il play, e qualche risultato lo ottiene, ma così snaturato perde la sua pericolosità offensiva, lui dovrebbe attaccare il ferro tutte le volte che può, ma evidentemente non era nei programmi.
12- Armoni Brooks 5,5: è meno preciso del solito, ma il busillis è sempre quello, con un paio di blocchi ben fatti, cosa potrebbe fare?
16- Zach Leday 3: probabilmente ha finito la benzina, ma la sua presenza sotto canestro è carta velina e dopo un inizio incoraggiante si spegne, lasciando voragini in difesa e a rimbalzo.
17- Giampaolo Ricci 5: entra a dare le solite 4 randellate, ma si fa sgamare subito e non si prende neanche un tiro, alla lunga è difficile attaccare in 3 o 4.
21- Diego Flaccadori 5,5: in gara#3 avevo definito la sua gestione curiosa, ora mi correggo, è schizofrenica. Gioca 21 minuti, mette pressione e recupera un paio di palloni, ma è l’uomo battezzato dalla difesa biancorossa che permette i tanti minuti di Belinelli in campo.
25- Ousmane Diop 5: brutta partita, spesso in ritardo nelle chiusure difensive viene anche mangiato da Zizic alla sua miglior partita nei play off.
31- Shavon Shields 4,5: uno guarda le cifre e dice, però, che partita, ed invece è latitante quando il match si decide, lascia Mirotic a combattere da solo e prova a forzare i tiri dell’Ave Maria nel finale.
33- Nikola Mirotic 8: che dire, l’ Olimpia è lui. Segna tutti primi punti milanesi, prova ad indirizzare la partita, ma viene lasciato da solo. Nel finale deve rifiatare un attimo ed i compagni prendono a calci il secchio del latte, incompreso e partente.

00- Isaia Cordinier 7+: inizio gara in salita, ma dopo qualche minuto in panchina si riprende. Secondo tempo sontuoso con canestri decisivi, si dall’arco che in penetrazione. Se riesce a bilanciare le soluzioni può essere un rebus irrisolvibile per tutti.
3- Marco Belinelli 7: partita da vecchio lupo di mare. Fa da specchietto per le allodole girando al largo e creando spazi, poi, quando serve punge, riesce anche a rubare un paio di palloni fondamentali.
6-Alessandro Pajola 6,5: in attacco fa ancora fatica, ma mette una bomba importantissima. In difesa, a tratti si è rivista la Dea Kalì dei bei tempi, compreso il tocco del pallone a Miriotic che determina la palla persa decisiva.
11- Brandon Taylor 7: non ripete la grande gara di giovedì, ma dà ritmo alla squadra, smazza 6 assist ed è sempre pericoloso, good job.
21- Tornike Shengelia 8,5: gli acciacchi avuti durante la stagione sembrano averlo fatto arrivare nel finale di stagione più fresco degli scorsi anni. Segna, prende rimbalzi, difende, si carica la squadra sulle spalle e gioca coi compagni, sembra aver fatto un passo in avanti in leadership importante, diventando un giocatore TOTALE.
23- Daniel Hackett 7: mi ripeto, è il capo branco. Con lui, deambulante, in campo, la squadra ha una cattiveria diversa, e se c’è da ringhiare con qualcuno non si fa pregare.
30- Matt Morgan 5,5: è meno preciso del solito nel tiro dalla lunga, ma regge in difesa e tanto basta ad Ivanovic per dargli minuti.
35- Mouhamet Rassoul Diouf 7: money in the bank. Mette a segno ogni pallone che gli recapitano, tira col 100% ai liberi ed è sempre attento, su Mirotic fatica, ma chi non faticherebbe?
41- Ante Zizic 7: partita solidissima, con Taylor trova subito la sintonia e sfrutta il suo semigancio in modo perfetto, per sovrappiù tira giù anche 4 rimbalzi in soli 12 minuti di utilizzo.
45- Nikola Akele 5,5: serata difficile per l’ex Brescia, ma difensivamente non gli si può imputare nulla, Mirotic stasera era in the zone, offensivamente sbaglia un paio di appoggi che non gli fanno raggiungere la sufficienza.
Sala Stampa: https://www.youtube.com/live/ijJy6P_hZAM?si=lefpJmclObiPhoiS
Il tabellino: EA7 Emporio Armani Milano vs Virtus Segafredo Bologna 78-84
Highlights:
Andrea Cesari