Dopo il pronto riscatto di ieri contro la Cechia, a meno di 24 ore l’Under 20 torna in campo contro l’Olanda per la partita che deciderà il piazzamento finale nel girone.
Una partita che ha visto le azzurrine sempre di rincorsa per poi piazzare l’illusorio break che potenzialmente avrebbe potuto essere decisivo prima di un ultimo minuto in cui le ragazze di Piazza sono andate letteralmente in tilt, buttando via una partita già vinta che avrebbe di sicuro agevolato il percorso di questo Europeo.
In primis, mi soffermerei su due statistiche chiave: Italia 1/10 da tre e 37 liberi tentati con 26 centri, Olanda 10/24 da tre e 11/14 ai liberi. Si potrebbero elucubrare molte considerazioni su questi numeri, io dico solo che i liberi sono un aspetto del gioco spesso decisivo e spesso tralasciato (o poco considerato) quotidianamente da staff tecnici e giocatrici.
E’ chiaro che sarebbe bastato infilarne qualcuno in più, è chiaro che sarebbe bastato (forse) che Bernardi ne avesse segnato anche solo uno dei due conquistati nel finale. Poi, il tiro da tre punti: nel 2025 le squadre capaci di vincere segnando una tripla sola e con il 10% totale fondamentalmente non esistono. E questa Italia non ha fatto eccezione, certo che è comunque un dato curioso.
Possibile che queste ragazze, all’alba ormai dei 20 anni, non si allenino sul fondamentale ormai principe del basket moderno? Io rimango perplesso, come rimango perplesso da qualche scelta tattica operata da coach Piazza.
Nel finale ad esempio con possessi difensivi in cui al posto di inserire una mobile Gianangeli ha preferito andare con Piatti che paga le lentezza di piedi, la scelta di puntare su una Baldassarre che sembra avere 4 anni in meno per fisicità ed atletismo e non due al posto di Lucantoni che è molto più abituata a giocare a questi livelli di fisicità e poi tratta la palla (altro fondamentale in cui pecchiamo) molto meglio della giocatrice di Battipaglia.
Attenzione, non sto dicendo che questa è più forte dell’altra (classico discorso da bar) ma che è più funzionale alla situazione che si viene a creare in campo.
Comunque sia, il discorso lo virerei sulla nostra leader che sta deludendo le attese. Perché quel passaggio sul +5 a 1.22 dal termine una giocatrice con la sua esperienza non lo effettua mai nella vita, e quel tiro da tre così affrettato nemmeno, anche se capisco bene che se lo sia sentito nelle mani.
Poi c’è una questione difensiva: quando le azzurrine pressano con le 4 piccole producono spesso parziali, quando lo fanno con le due lunghe spesso lo subiscono. Detto questo, le ultime difese, quelle decisive, sono state imbarazzanti per energia ed aggressività (non) messe sul parquet. Penetrazioni delel esterne olandesi dritte per dritte senza opposizione corporea, Osazuwa che si fa uccellare dalla più scaltra avversaria senza far valere la sua mole.
Il match è stato perso lì secondo me, perché una squadra che difende così i possessi decisivi farà sempre fatica ad andare avanti in un torneo così……chiaramente sarei felice di sbagliarmi
Ora le prove di appello son finite, la prossima è dentro o fuori e presumibilmente contro un avversaria tosta, ma forse per questa edizione della Nazionale U20 meglio così
LE PAGELLE

Candy EDOKPAIGBE 7: segna parecchi punti scattando sul filo del fuorigioco alla Pippo Inzaghi ed in situazioni di mezza transizione. E’ utile anche a rimbalzo, specie offensivamente ma fa più fatica a difesa schierata.
Ginevra CEDOLINI 6: la sua prima apparizione è più che discreta con un paio di aiuti difensivi che non vanno nelle statistiche ma che hanno prodotto due recuperi. Nel secondo tempo invece malino specie in difesa dove le avversarie la uccellano un paio di volte
Carlotta ZANARDI 4,5: fino al 38′ minuto la sua partita era da 6, dato che permane una fatica per segnare anche i suoi classici tiri che fa pensare, ma la sua duttilità e la capacità di dare una mano negli altri aspetti del gioco le avrebbero fatto raggiungere la sufficienza. Ma mai mi sarei aspettato da una come lei quella palla buttata in contropiede, con un attacco ragionato ai 24 secondi probabilmente adesso staremmo commentando un altro risultato. Ed anche quella tripla uscita dal blocco….non sarebbe l’azione a lei più congeniale e comunque ci si aspetta che lo metta…..c’è ancora tempo per la redenzione, ma il counter sta andando verso lo zero
Sophia LUSSIGNOLI 6: ormai è insostituibile per questa squadra perché è l’unica esterna a garantire accelerazioni dal palleggio con la quale può creare superiorità numerica. La sfrutta a sprazzi, deve migliorare in visione periferica ma tutto sommato si conquista tanti falli utili. Ma quella tripla decisiva con 3 metri di spazio grida vendetta, avrebbe chiuso la partita.
Agnese GIANANGELI sv: solo 5 minuti, in cui segna un punticino dalla lunetta
Emma ZUCCON 5,5: si vede pochissimo ed incide altrettanto poco. La sua presenza in un possesso offensivo nel finale rimane enigmatica
Ilaria BERNARDI 5: primo tempo in cui non ne azzecca una, ripresa in cui stava diventando la risolutrice con una tripla e un gioco da tre punti fondamentale ma rovina tutto con uno 0/2 decisivo ai liberi (un suo tallone d’Achille , tra l’altro)
Martina FANTINI sv: anche per lei come Gianangeli un utilizzo limitato
Cristina OSAZUWA 6,5: non riesco a darle di più, anzi le avrei dato anche di meno. I 31 punti non mi interessano più di tanto perché ha un vantaggio fisico con chiunque. Chiaramente il tiro del pareggio pesa nella valutazione, ma dopo 31 minuti di battaglia con nelle gambe due partite in 48 ore ci sta anche. Ci sta meno invece ballare la samba difensivamente tutto il primo tempo contro le lunghe tiratrici avversarie e difendere in maniera softissima (non mi viene un aggettivo migliore che renda l’idea) nei possessi decisivi. Per come la penso io, meglio che faccia 8 punti ma difenda duro e domini a rimbalzo (7 con quel telaio sono pochissimi)
Francesca BALDASSARRE 5,5: mezzo punto in più perché ha due anni in meno. Semplicemente, atleticamente e fisicamente è fuori contesto.
Caterina PIATTI 5,5: tre canestri dei suoi usando il piede perno, ok. Ma anche due rimbalzi lasciati alle avversarie nel primo tempo, una lentezza difensiva che costringe a far scattare aiuti a raffica e il tiro stoppato nel finale
Cristiano Garbin