Basket Europeo: Clamoroso in Francia, la sezione femminile dell’Asvel di Tony Parker rischia di chiudere

L’ASVEL Féminin, una delle realtà più ambiziose e brillanti degli ultimi anni, sembra essere arrivata al capolinea. Dopo mesi di incertezze e voci di corridoio, è ormai evidente: la squadra francese, di cui proprietario è Tony Parker, potrebbe non scendere più in campo. La rinuncia all’Eurocup e la retrocessione amministrativa in Ligue Régionale per la stagione 2025-2026 non lasciano spazio a interpretazioni. L’ASVEL femminile rischia seriamente di chiudere i battenti.

Una cosa che solo un anno fa sembrava impensabile. Il club francese aveva eliminato dall’Eurocup il Galatasaray (ovvero la favorita per vincere la competizione), confermando il proprio status tra le big d’Europa. In campo, c’erano talenti come la neo veneziana Francesca Pasa e l’ex Magnolia Campobasso Julie Wojta. C’erano entusiasmo, visione, e una dirigenza – guidata da una leggenda come Parker – che sembrava credere davvero in un progetto solido e duraturo.

Ma dietro le luci dei riflettori, i conti non tornavano. L’ASVEL, come altre realtà del basket femminile europeo, ha dovuto fare i conti con una sostenibilità economica sempre più fragile. Bilanci in sofferenza, investitori poco presenti e un sistema che continua a dare troppo poco spazio – e risorse – alle squadre femminili.

Il caso dell’ASVEL non è isolato. Anche il Polkowice, in Polonia, ha dovuto ridimensionarsi drasticamente, ritirandosi – lo scorso anno – dall’’Euroleague Women. E l’Italia? Tutti ricordiamo i casi clamorosi della chiusura della sezione femminile della Virtus Bologna e della sparizione di Roma. Ma altre realtà fanno fatica, come ad esempio Faenza, per lungo tempo a rischio “autoretrocessione”, e Sassari, che ha ridimensionato fortemente il budget a disposizione della sua Dinamo Women dopo essere arrivata fino ai quarti di finale di Eurocup.

Il filo rosso che unisce queste situazioni è sempre lo stesso: c’è difficoltà a costruire un modello economico stabile. Le squadre femminili – non solo di basket – faticano a “sopravvivere”. Meno sponsor, meno pubblico, meno copertura mediatica. E così, uno dopo l’altro, progetti anche solidi cominciano a sgretolarsi.

L’entusiasmo c’è, le buone intenzioni anche. Ma, diciamocelo, non bastano più. Se vogliamo che il basket femminile abbia davvero un futuro, servono azioni concrete. Le federazioni – sia quelle nazionali che quella europea – devono agire subito. Parliamo di incentivi, di una chiara visione, e soprattutto di investimenti veri. E i media? Anche loro devono fare la loro parte, raccontando il basket femminile non come una parentesi, un evento isolato, ma come una parte centrale e vitale dello sport europeo

L’ASVEL femminile rischia di chiudere. Una realtà che sembrava destinata a fare la storia potrebbe spegnersi nel silenzio di un’estate troppo lunga. Ma questo silenzio deve essere rotto. Perché se non si agisce ora, la domanda non sarà più “chi sarà il prossimo?”, ma “cosa resterà del basket femminile europeo?”


Si ringrazia FIBA per materiale fotografico.

Dario Salvatorelli
IG: dario_salvatorelli | FB: Dario Salvatorelli

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