Oggi ospite di Passo e Tiro è coach Francesco Lanzano timoniere di quella Pallacanestro Torino promossa in serie A/2 dopo il vittorioso spareggio contro Marghera, con una vittoria in terra veneta per 70-67 con prestazione monstre di Giordano per lei ben 33 punti.
Benvenuto coach iniziamo facendo dapprima un excursus sulla sua carriera cestistica, lei nasce sportivamente parlando presso la Libertas Moncalieri cosa ha rappresentato per lei questa società?
Moncalieri è parte integrante della mia vita sportiva, ho iniziato li come giocatore e poi come allenatore partendo dalle giovanili quindi dalla base più pura del nostro movimento , ricordo esperienze bellissime come ultimamente con la under 15 dove abbiamo raggiunto le finali nazionali e ho conquistato il titolo di miglior allenatore del torneo, una crescita costante per la mia carriera, ecco Moncalieri è casa.
Sei stato assistente di allenatori importanti in prima squadra come Spanu e Terzolo cosa ti hanno lasciato nel tuo bagaglio tecnico e culturale?
Ognuno di loro mi ha dato tanto se devo essere sincero Spanu è un vero perfezionista, ma ho lavorato di più con Terzolo che mi ha insegnato molto nel campo della gestione delle giocatrici, ed anche nella logistica ed in tutti quegli aspetti fuori dal campo che mi hanno permesso di essere un coach a 360 gradi con competenze anche manageriali, ma lasciami fare un grande apprezzamento anche a Lele Petrachi la sua immane competenza è stata linfa per me.
Come è nato il progetto della Pallacanestro Torino?
Il tutto è nato in estate ero al corso allenatori ed ero sicuro di restare a Moncalieri come vice di Terzolo, quando vengo contattato dal presidente Stasi che mi prospetta il progetto di una squadra leader dell’ interzona e che avrebbe puntato ad andare il più avanti possibile, la promozione sarebbe stata il sogno ma un puro sogno, il roster sarebbe stato in gran parte confermato quello della passata stagione che aveva sfiorato la promozione persa non tanto contro Campobasso ma contro quel fenomeno di Quinonez, il tutto per incentivare l’amalgama del gruppo, e sinceramente questo progetto mi ha da subito entusiasmato.
Come è stato il rapporto col presidente Stasi?
Ottimo, lui ha pochi fidati collaboratori intorno a se, è un factotum non so come fa ma riesce a gestire tutto ed onestamente non ci ha mai fatto mancare nulla nè dal punto di vista materiale e nè per quanto concerne il supporto morale, ha costruito una vera famiglia.
Hai avuto nel roster atlete come Stejskalova, Albano, grandi individualità che forse nella loro carriera hanno fatto difficoltà ad integrarsi nei gruppi squadra, quale è il segreto utilizzato per farle diventare corpo unico con il team?
Hanno dato da subito conferma di essere grandi professioniste in primis sul lato umano, Stejskalova ha avuto diversi problemi fisici e veniva comunque continuamente in palestra anche solo per tirare e non ha mai perso una sessione di allenamento, Cecilia è stata fondamentale come vera e propria chioccia per le nostre giovani coinvolgendole ed avendo per loro sempre una parola buona per spronarle.
Cosa ha portato l’aggiunta di Toffolo durante la seconda fase della stagione?
Francesca è stata fondamentale, dopo tre giorni aveva già fatto amicizia con tutto il gruppo, ricordiamoci che parliamo di una 2005, che quest’anno a Benevento in A/2 ha chiuso con 11 punti di media, noi non cercavamo una scorer ma una giocatrice in grado di entrare velocemente nel nostro sistema ed ho trovato una ragazza talentuosa e che ha fornito ottime prestazioni mettendosi a completa disposizione dello staff, confermando cosi la bontà della nostra scelta.
Come è stato il rapporto con i genitori delle giocatrici?
Sinceramente avendo a che fare con giocatrici mature il rapporto è quasi azzerato, seppur vi sono altre realtà dove le intemperanze genitoriali anche a livello senior possono essere spiacevolmente controproducenti per l’ambiente, ma noi a Torino su questa fattispecie siamo stati molto fortunati.
Quale è stata la partita della svolta, quella che ti ha fatto pensare che la serie A/2 fosse alla vostra portata?
Ti sembrerà strano ma è stato un allenamento, venivamo dalla sconfitta in finale di Castelnuovo Scrivia, e ci allenammo subito dopo al Pala Einaudi, e vidi quasi 2 ore di una intensità, cattiveria agonistica, e cosi tante legnate tra le ragazze che pensai, la serie A/2 è nostra nessuno puo’ frapporsi tra noi e quello che ad inizio stagione veniva considerato un semplice sogno d’agosto.
Hai allenato tante giocatrici, chi tra queste ti ha colpito per la sua abnegazione verso il lavoro in palestra?
Senza ombra di dubbio Chelsea Mitchell la guardia americana ex San Martino tutte le mattine era in palestra ad allenarsi un talento esorbitante da intellettuale del basket ma con una voglia operaia di lavorare sulle skills mastodontica, mentre in A/2 ti dico Giordano e la macedone Mitreva per loro le doppie sessioni si allenamento erano una festa dovevi cacciarle dalla palestra, non hanno mai saltato un allenamento.
Marzia Tagliamento è stata una tua giocatrice, che si fermerà forse momentaneamente come giocatrice per dedicarsi al nuovo ruolo di direttore sportivo di Brixia, che atleta è stata ai tuoi ordini?
Marzia è un ottima persona dal carattere forte , ha una grande leadership, va capita per smussare quelle spigolosità che puo’ avere, ma è una persona straordinaria, un talento purissimo in possesso di un tiro fuori dal normale, da noi a Moncalieri ebbe un gravissimo infortunio torno’ e nei playout la sua stella ci porto’ alla salvezza, ricordo ancora le sue grandi partite contro Lucca.
Coach Lanzano, cosa farà il prossimo anno?
Mi sembra prematuro parlarne ora, non ho più voce dopo la vittoria storica di ieri, nelle prossime settimane avro’ colloqui con la società e capiremo quale sia la strada migliore da percorrere, ma state tranquilli che mi troverete sempre in palestra.
MATTEO AVAGLIANO