In rigoroso ordine alfabetico, o quasi, vi presentiamo le giocatrici che hanno caratterizzato questa estate 2025 ormai giunta al termine, ognuna a modo suo
– BALDASSARRE, Francesca: insieme a Hassan è la nostra stakanovista dell’estate; all’Europeo U18, quello della sua categoria, è discontinua ma con 11.9 punti di media è la miglior marcatrice italiana; spicca la sua tripla clamorosa sulla sirena della semifinale 5°-8° posto contro la Serbia (vedi qua); si trasferisce poi all’Euro U20, in mezzo a qualche perplessità fra i commentatori, per la scelta di portare lei (3 anni sotto la soglia della categoria) anziché qualcuna più scafata come Trozzola. Ma poi Baldassarre è decisiva nel tiratissimo quarto di finale contro Israele, segnando 7 punti in un amen nel penultimo minuto.
– BUECKERS, Paige: In una stagione Wnba rimasta orfana di Clark (vedi sotto), lei che per certi versi è il suo alter ego si prende la scena, debuttando nella Lega con un’annata da oltre 19 punti di media. Compreso un record “all time” per le matricole di 44 in una partita. Non riesce però a trascinare le sue Dallas Wings ai playoff, né a creare intorno a sé qualcosa di paragonabile alla Caitlin-mania del 2024. Ma quest’ultima non è certo una colpa.
– CLARK, Caitlin: il fantasma dell’Opera. La giocatrice più idolatrata e attesa del globo terracqueo salta pressoché tutta l’estate, in cui gioca solo una manciata di partite in luglio, arrendendosi poi alla catena infernale di guai fisici. Solo 13 partite in totale per lei, mentre la sua Indiana (tartassata anche da altri infortuni) ha ridimensionato i sogni di gloria di primavera, accontentandosi (salvo miracoli) di aver raggiunto il 1° turno-playoff. La speranza è che quest’annata sia solo un incidente di percorso (Michael Jordan, tanto per stare bassi coi paragoni, saltò gran parte del suo secondo anno per infortunio, poi si riprese discretamente…) anziché il segnale di una fragilità fisica cronica. Intanto vedremo le ripercussioni della sua assenza sui dati di seguito della Lega, la quale inevitabilmente trova un inciampo nella sua corsa all’espansione.
– COLLIER, Napheesa: la candidata principe al titolo di mvp della “regular” WNBA, in cui ha guidato Minnesota al primato con quasi 23 punti di media e il suo solito rendimento poco appariscente ma robotico per regolarità del fatturato (pur avendo saltato 11 partite per una scavigliatura micidiale). Non è, appunto, la più spettacolare a vedersi, né fa glamour sui social; ma oggigiorno è probabilmente lei la migliore al mondo.
– CUBAJ, Lorela: chiaro, la donna-copertina del nostro Europeo di bronzo è Zanda (vedi sotto), ma è Lorela la chiave, per i suoi miglioramenti verticali sia tecnici, sia di personalità, che ci hanno regalato una lunga di spessore europeo. La sua sequenza di gemme in post basso contro la Turchia nell’overtime dei quarti resterà memorabile.
– D’ALIE, RaeLin: merita sempre la citazione perché resta, di gran lunga, la nostra migliore ogni volta che si scende in campo nel 3×3. Il che però è anche una cattiva notizia: sembra che, in un frullatore di giocatrici che s’alternano, non riusciamo più a cavare una fuoriclasse della specialità. E la pur mirabile onda d’energia italo-americana di 1.60 (o giù di lì) ha ormai 38 anni…
– GARCIA, Gina: scegliamo lei come simbolo dell’estate dorata della Spagna (3 ori su 3 Europei) perché la guardia classe 2007 dai capelli corti si pappa: oro e quintetto ideale in U18; oro e titolo di mvp in U20 dov’era sotto età di 2 anni.
– HALL, Saniyah: mvp del Mondiale U19 in Cechia, dove guida gli USA al “solito” oro. Ala di 1.86, non appartiene forse a quella categoria di giocatrici che incanta a prima vista ma fa semplicemente di tutto: 25 punti, 9 rimbalzi e 7 assist in finale contro l’Australia; un’unghia meno di 20 punti di media nel torneo. Adesso va a USC (Southern California) a formare una coppia d’assi con JuJu Watkins, quando quest’ultima tornerà dall’infortunio.
– HASSAN, Isabel: come Baldassarre, si sciroppa il doppio impegno estivo, passando dall’Euro U18 (dove è seconda marcatrice azzurra alla pari con Giacchetti) a quello U16 in cui sarebbe con ogni probabilità stata inserita nel quintetto ideale se l’Italia avesse superato i quarti. Che purtroppo però non supera anche perché lei “toppa” la partita contro la Lettonia. Si riscatta nell’altra sfida-clou del nostro Europeo, la finale 5° posto con in palio il Mondiale, in cui segna 22 punti con 9 rimbalzi, ma la Serbia ci frega.
– MEESSEMAN, Emma: in realtà è la donna di tutte le estati e pure degli inverni, da parecchi anni a questa parte, per cui si rischia di dimenticarla per assuefazione. “Timbra il cartellino” con l’oro europeo insieme al suo ormai mitologico Belgio, con due vittorie incredibili in volata fra semifinale (purtroppo per noi) e finale. Si prende ovviamente l’mvp. Poi accorre alla corte di Stewart, Ionescu e compagne nella Grande Mela dove cercherà, pur di rincorsa, di fare il bis, sia di allori estivi suoi, sia di titoli WNBA per New York.
– OSAZUWA, Cristina: è l’mvp dell’estate giovanile azzurra visto che è l’unica nostra ad entrare in un quintetto ideale europeo quest’anno. Svetta nel gruppo U20 di bronzo con 14 punti e quasi 8 rimbalzi di media, un massimo di 31 punti ecc. ecc. Eppure lascia sempre l’idea di poter fare di più: il che in realtà la dice lunga sul potenziale che le si attribuisce. Purché questo si riveli, in futuro, reale e non solo presunto… Vedremo cosa combina nella stagione di semi-debutto in A1 col Geas (“semi” nel senso che saggiò già l’A1 ai tempi di Costa ma era una bebè).
– OVER 55: quelle del team milanese allenato dal veterano ex-A1 Tiziano Gualtieri, che vincono l’oro nel Mondiale della loro categoria in Canton Ticino. Anche le Over 45, dove avevamo più di una squadra, ci hanno dato dentro con gran lena, non solo in palestra ma anche nella comunicazione social.
– RAGAZZE DI BRONZO: meritano tutte quante la citazione collettiva, le 24 alfiere che ci hanno regalato la medaglia a Eurobasket senior e in quello U20. Naturalmente il bronzo delle grandi è di un livello superiore, semplicemente storico, mentre in U20 siamo ben abituati (medaglia giovanile numero 17 nelle ultime 16 estati agonistiche, escluse le due del Covid).
– RAVIV, Gal: la guardia israeliana del 2006, che ne sa una più di Jahvè quanto a “skills” offensive, ovvero capacità di crearsi tiri in qualunque situazione, si mette in luce al Mondiale U19 con 26 punti di media (2° quintetto ideale), poi fa i numeri anche all’Europeo U20 dove stende la Francia, sorpresa delle sorprese, negli ottavi, prima di rendere la vita difficile a un’Italia superiore.
– SILVA, Clara: il torrione portoghese di 2.01 sciorina progressi drastici sul piano della concretezza (i mezzi fisico-tecnici li aveva già fatti balenare le scorse estati) e brilla al Mondiale U19, dove trascina il Portogallo a un 7° posto che per loro è lusso vero (anche per noi lo sarebbe, peraltro); con 23 punti e quasi 10 rimbalzi di media è eletta miglior difensora della kermesse.
– TAGLIAMENTO, Marzia: inizia l’estate come team manager e d.s. di Brixia, la finisce come prossima giocatrice di Jairis, la squadra spagnola rivelazione dello scorso anno. In mezzo, vicende private nel cui merito non entriamo (ma lei stessa le ha rese parzialmente pubbliche in un post sul suo nuovo profilo Instagram: vedi). Il risultato è, in ogni caso, che il campionato italiano perde la sua miglior marcatrice dello scorso anno. Ma almeno, lei resta nel basket giocato.
– TANAKA, Kokoro: la giapponese classe 2006 propone un’esaltante riedizione di “Davide batte Golia” quando, dall’alto del suo 1.72, trascina le sue a battere la Cina della ciclopica quasi-coetanea Zhang Ziyu (vedi sotto) in semifinale dell’Asia Cup (quella senior, non giovanile): 27 punti con 5/9 da 3 per lei, non un lampo isolato visto che chiude la manifestazione a quasi 15 di media, anche se non riesce a catturare l’oro col team nipponico, battuto in finale dall’Australia.
– TOURNEBIZE, Alicia: non vince nessun oro né titolo di mvp, ramazza “solo” un quintetto ideale e un bronzo europeo U18 che peraltro è l’unico lampo discreto nell’estate tragica delle giovanili francesi. E allora perché citarla? Well, perché non si è mai vista una 18enne europea schiacciare con questa facilità (vedi). E’ figlia di una che ben conosciamo dalle nostre parti, ovvero la grande Isabelle Fijalkowski che ha giocato 3 anni nella Comense vincitutto a fine ’90. La mamma era più possente e tecnica, ma questa vola…
– ZANARDI, Carlotta: era fra le protagoniste più attese, al suo ultimo anno di militanza giovanile dopo aver saggiato anche l’Eurolega con Schio; non arriva nella miglior condizione all’Euro U20, il che le impedisce di dominare appieno, ma nemmeno delude, facendo la sua parte nel bronzo italiano; capeggia la classifica degli assist dell’Europeo e solo per poco non è lei ma Osazuwa la nostra rappresentante in quintetto ideale. Chiude quindi la sua carriera giovanile con due bronzi (uno più di Villa, se vogliamo far paragoni) e l’oro nel Torneo dell’Amicizia U15, col rimpianto ovviamente delle due estati saltate per Covid più una per motivi personali.
– ZHANG, Ziyu: qualsiasi cosa faccia, non passa mai inosservata. Diventa virale ogni sua partita perché qualcosa di così colossale sui campi del femminile non s’è mai visto (tranne forse Uliana Semionova, ma era un’epoca semi-preistorica). Stavolta la 2.20 cinese del 2007 si presenta sulla scena senior, contribuendo al bronzo nell’Asia Cup con 15,6 punti di media in 14 minuti. Come a livello giovanile, deve centellinare l’impiego per evidenti motivi di tenuta fisica, ma quando è in campo è pressoché ingiocabile per le avversarie, perché basta recapitarle la palla a un’altezza irraggiungibile per le altre e lei deposita l’arancia nel buco. Però, come nel Mondiale U17 dell’anno scorso, la Cina con lei non vince l’oro.
– ZANDALASINI, Cecilia: lo so, verrebbe prima di Zhang in ordine alfabetico ma la chiusura è d’obbligo con lei. Riscatta alla grandissima gli anni di delusioni azzurre che l’avevano segnata dopo il quintetto ideale del 2017; e la prima tappa verso la gloria è proprio in quella Bologna dove aveva vissuto un finale amaro con l’eliminazione nei quarti e la drastica chiusura dei battenti della Virtus. Poi sulla scena ateniese fa pentole e coperchi recitando da superstar ma sempre in armonia con il collettivo. Incamerato bronzo e quintetto ideale, riparte per gli Usa dove inanella prestazioni da protagonista (tra cui una vittoria con suo canestro allo scadere, 5 partite di fila in doppia cifra ecc.), venendo fermata solo da un infortunio al polpaccio da cui è rientrata a inizio settembre, in tempo per i playoff. Poi, senza sosta, ripartirà dall’Italia (Schio) dove speriamo riceva più affetto e meno antipatia da parte delle plebi avversarie, rispetto al suo periodo virtussino. Ci crediamo anche perché ora lei avrà una pace interiore diversa, come ha fatto ben capire il suo post su Instagram all’indomani del bronzo.
Manuel Beck